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Sagre, Processioni e Pizzica, la Puglia da scoprire
La Puglia non è “solo” la Regione delle spiagge. Il suo mare e la sua posizione al centro del Mediterraneo hanno condizionato da sempre la sua storia, quella del suo popolo venuto a contatto con genti e culture diverse.
Un continuo scambio in questa terra di approdi, che ha lasciato importanti contributi nella cultura e nei costumi, e quindi nella religiosità, di ciascuna città della Puglia.
E così, le tradizioni presenti sul territorio, di volta in volta assimilavano i contributi provenienti dalle nuove genti. Greci e romani, bizantini e veneziani, spagnoli e francesi, persino saraceni e turchi, ciascuno ha lasciato qualche tratto della propria cultura. Antichi riti pagani legati quindi sono diventati parte del patrimonio culturale e religioso locale.
Tutte le festività rappresentano momenti di culto molto suggestivi e che affondano le loro radici in un antico passato ancora prima del cristianesimo. Nell’antica cultura contadina le feste coincidevano generalmente con il ritmo del lavoro stagionale nell’agricoltura ed erano legate a particolari momenti rituali, come il solstizio di inverno ed il ferragosto.
Su tali tradizioni antichissime, risalenti alcune al tempo dei romani ed altre ancora precedenti, in molti casi si innesteranno i culti legati al credo cristiano. Come il Natale la cui ricorrenza per i romani era dedicata al solstizio d’inverno, allo stesso modo i falò realizzati con cataste di legno erano bruciati nella piazza centrale del paese per scongiurare eventi catastrofici. Le focare dedicate a S. Antonio e lo scoppio dei Pupi a Gallipoli la notte di capodanno, sono celebrazioni legate ad antichi riti ed in seguito assimilate nel culto cristiano.
Un legame tra fede e tradizione che in Puglia diventa un tutt’uno ed è difficile dire dove termina l’uno e dove inizia l’altro.
E questi comprendono anche il cibo e la preparazione di molti piatti legati alla tradizione ed alle feste religiose. Abbiamo per esempio le Tavole di S. Giuseppe, le cartellate del Natale, l’insalata di Sette Cose la Settimana Santa, le Pucce dell’Immacolata a Lecce e così via.
Pellegrinaggi, processioni per mare e per terra, feste popolari, carnevale, sagre e pizzica, è impossibile non lasciarsi trascinare dalla magica atmosfera del folklore in Puglia.
Le Sagre, i piatti più genuini sotto il cielo di Puglia
Dal Gargano al Salento uno dei momenti più colorati e goliardici è quello delle sagre. Ce ne sono tantissime e per tutti i gusti, e anche le specialità che promuovono sono diverse tra i territori (così vasto quello della Puglia), il denominatore comune è il piacere di mangiare all’aperto sotto le stelle, in assoluta libertà.
Anche se distribuite per tutto l’arco dell’anno, il momento migliore per partecipare alle sagre in Puglia ovviamente è l’estate. Sono veramente tanti gli appuntamenti e le possibilità di gustare i piatti tipici della tradizione pugliese, quelli semplici di una volta.
Dalla terra dei borghi del Gargano non perdere le due sagre di Rignano Garganico, quella della della “carne di capra acqua e sale” e quella della “Mucca e del Caciocavallo Podolici”. Oppure quella di Cagnano Varano che esalta i piatti a base di pesce, ma solo per citarne alcune.
Anche la Valle D’Itria, il territorio compreso tra Bari, Taranto e Brindisi, ha le sue bellissime sagre. Ad esempio Cisternino ha la sua sagra della bombetta e della bruschetta al tartufo” specialità del posto come quella di Locorotondo che celebra il vino novello.
Nel Salento le sagre sono concentrate soprattutto d’estate e se ne contano tantissime anche perché il territorio conta tanti comuni ed una miriade di piccole frazioni ciascuna con la propria sagra.
Solo per citarne alcune nel Salento, le più famose, la Sagra del maiale a Montesardo, la Sagra de li Diavulicchi a Morciano di Leuca, la Sagra de la Sciucscella a Patù, il Mercatino del Gusto a Maglie.
La pizzica della Puglia
La pizzica taranta è una danza popolare che fa parte anche del folklore della Puglia e che è sicuramente il suono più ballato quando si viene in vacanza in Puglia. Il suono incessante del tamburrello ci riporta inevitabilmente alle vacanze, al mare, alle serate in piazza a ballare sino allo sfinimento, alle sagre ed ai concerti della Notte della Taranta.
Ma la pizzica non è solo la danza popolare che vediamo oggi e che fa parte del folklore moderno. Fino a circa la metà del secolo scorso la pizzica rappresentava l’unico momento liberatorio per una tarantata.
E la tarantata era quasi sempre una donna e tutto il suo mondo quotidiano fatto di oppressione e sottomissione. Se era stata “pizzicata” allora doveva essere guarita e solo allora poteva ballare e doveva farlo fino allo sfinimento. Il suo essere pizzicata era una sorta di inquietudine ed insoddisfazione.
Sicuramente il significato profondo di questo “ballo” è stato affrontato in diversi trattati da parte di antropologi e studiosi di tarantismo. E anche molti musicisti hanno approfondito l’argomento nella ricerca del più profondo significato che il suono suscitava nelle persone.
Per secoli la pizzica è stata il “ballo” curativo, una sorta di terapia capace di liberare con il suono incessante del tamburrello, l’inquietudine di chi era stato morso dalla tarantola. E c’era un rito che la tarantata ogni anno doveva compiere e cioè quello di recarsi presso la cappella di S. Paolo a Galatina, bere dell’acqua miracolosa e ballare fino allo sfinimento. Solo allora si liberava e poteva tornare alla “propria” vita sospesa fino all’anno successivo quando il veleno nel suo corpo si faceva risentire.
Oltre al ballo terapeutico esisteva anche la pizzica di corteggiamento, un ballo dalle movenze e dai significati precisi. I due danzatori ballano al ritmo del tamburrello senza mai toccarsi o incontrarsi tra di loro. Un continuo avvicinarsi e allontanarsi simile a quello di due colombi.
Anche la danza delle spade è una pizzica molto particolare. Si tratta di un duello mimato attraverso il quale due danzatori (uomini) al ritmo del tamburrello muovono le braccia a mo’ di spada. Scopo della danza è il contendersi una donna. Per assistere alle famose ronde dove in ciascuna si contendono due e più danzatori, la notte delle Spade di San Rocco a Torre Paduli in Salento il 16 agosto di ogni anno.
Le feste religiose in Puglia
Le feste di paese, quelle dedicate ai Santi Patroni si svolgono nel corso dell’anno in ciascuna delle città della Puglia, dalla più grande fino a ad arrivare al più piccolo dei paesi dell’entroterra.
I pugliesi ci tengono molto alle loro feste patronali da volerle conservare e tutelare perché parte del loro patrimonio culturale.
Ogni festa religiosa quindi comprende “riti” i quali sono parte imprescindibile della ricorrenza che qui in Puglia è molto sentita da tutti. Negli ultimi anni, in particolare con l’aumento dei flussi turistici, l’entusiasmo si è riacceso e la magia della feste popolari ha riacquistato il fervore di un tempo. I preparativi per la festa del Santo Patrono in molti paesi della Puglia durano un intero anno. Ci sono da organizzare le più belle luminarie e tutto quello che fa da contorno ai riti religiosi.
Anche la tradizionale processione della statua (del Santo o della Madonna) per le strade del paese è seguita dalla comunità locale con particolare attenzione e solennità. Nessuno vuole perdersi l’uscita della statua del Santo dal sagrato della Chiesa accompagnato dalle trombe e dalla marcia trionfale della Banda!
E quando il paese è sul mare allora la processione procede a bordo delle paranze dei Pescatori e si fa a gara per salire sulla barche che seguono il corteo. La processione in mare a Santa Maria di Leuca il 15 agosto di ogni anno è una delle più conosciute. Dopo aver navigato il lungo la costa leucana, col rientro delle barche in porto, in migliaia si radunano sul lungomare per assistere ai fuochi di mezzanotte.
Tra le feste religiose più imponenti e caratteristiche della Puglia ricordiamo la Festa di S. Oronzo a Lecce, quella di S. Nicola a Bari, la festa di S. Domenica a Scorrano e le sue meravigliose luminarie, Festa dei S.S. Martiri ad Otranto, S. Michele Arcangelo sul Gargano.
I riti della Settimana Santa in Puglia
Partecipare ai Riti della Settimana Santa in Puglia rappresenta anche un’occasione per vivere un’esperienza emozionale intensa. Si può approfittare del primo tepore delle giornate di primavera e della campagna che inizia a rifiorire per trascorrere le vacanze di Pasqua in Puglia.
Anche se in tutti i paesini della Regione la tradizione dei riti della Settimana di Pasqua è molto sentita, ci sono alcune città dove la tradizione è molto più radicata ed i riti si ripetono allo stesso modo da secoli.
Molto suggestiva a tal proposito la Processione dell’Addolorata a Gallipoli, le processioni del Venerdì Santo a Taranto, i riti della Settimana Santa di Ruvo di Puglia, di Molfetta.
La Tradizione del Presepe in Puglia
Decidere di trascorrere qualche giorno di vacanza in Puglia durante il periodo di Natale è sicuramente una scelta di cui non vi pentirete.
Nonostante le contaminazioni dell’era moderna con gli inviti al consumismo sfrenato, l’atmosfera del Natale in Puglia ha il sapore ancora delle vecchie tradizioni.
Il Natale è vissuto innanzitutto in famiglia, il tanto atteso ricongiungimento con amici e parenti che questa terra non riesce a trattenere per la mancanza di molte prospettive. Si ritorna in Puglia, al paese e si ritrovano i suoni, gli odori ed i sapori di un tempo. Natale infatti in Puglia è il dolce delle cartellate che simboleggiano le fasce di Gesù, è il profumo delle pittole e dei purciadduzzi, il sapore dei piatti tipici delle feste del sud.
Natale in Puglia vuol dire anche Presepe Vivente, la realtà contadina della società di un tempo riproposta in diversi paesi grazie alla particolare suggestione di certi luoghi della Puglia. Bellissimo e carico di fascino il presepe dei Trulli di Alberobello, quello nelle grotte della Murgia, o nei borghi medioevale di Barbarano del Capo e Specchia nel Salento. Famoso il Presepe vivente di Tricase, forse uno dei più grandi e quello con le statue in cartapesta a Lecce.
Il Carnevale in Puglia
Come molte antiche tradizioni la festa del Carnevale si innesta sull’antico rito pagano dei Saturnali, durante il quale regole e principi morali erano sospesi e si poteva ballare e consumare cibo a volontà. Il Carnevale quindi per i Cristiani è il momento precedente il periodo della Quaresima e tutta la Puglia da sempre lo ha festeggiato.
La tradizione del Carnevale è molto viva in tutti i paese del Salento e della Puglia. Le Manifestazioni più sontuose si fanno a Gallipoli e Putignano con il tradizionale corteo dei carri allegorici sovrastati da enormi Pupi in cartapesta.
I riti del Fuoco in Puglia
I riti e le celebrazioni legati all’accensione del fuoco in Puglia sono molto sentiti e probabilmente hanno origini molto antiche.
Spesso nei racconti degli anziani riecheggiano i ricordi di falò accesi nelle campagne per illuminare le notti d’estate. Intorno alle cataste di erbe raccolte di giorno ci si radunava tutti, anziani e bambini, e si ascoltavano storie ed aneddoti guardando la magia del fuoco.
Il fuoco simbolo di vita, di luce, di purificazione, hanno sempre affascinato le comunità che lo hanno assunto anche come strumento per sancire il senso di appartenenza.
Nel circuito della rete dei fuochi in Puglia trova il suo posto sul podio ovviamente la Fòcara di Novoli nel Salento, l’enorme pila di tralci di vite sapientemente impilate e date a fuoco la notte di gennaio di ogni anno.
Sempre a gennaio si tengono le celebrazioni in onore di Maria Santissima della Vetrana a Castellana Grotte con l’accensione delle Fanòve.
Ugualmente legata alla tradizione del Fuoco è la Festa delle Fracchie a S. Marco in Lamis in provincia di Foggia con una singolare processione. Nel corteo infatti sfilano le Fracchie, enormi torce ricavate di sterpaglie raccolte insieme e portati in giro per le strade su dei carretti. La loro luce illumina il cammino della Statua della Madonna diretta alla Chiesa.